E-commerce per l’accesso delle pmi ai mercati esteri
Sono numerosi gli spunti emersi dal workshop internazionale E-commerce per l’accesso ai mercati esteri – modelli di supporto a confronto organizzato da Ervet e Regione Emilia-Romagna. All'incontro hanno partecipato, oltre all’Assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma Palma Costi e al responsabile Servizio Attrattività e Internazionalizzazione della Regione Emilia-Romagna Ruben Sacerdoti, Jasmin Battista, responsabile dell’Unità E-commerce della DG Connect della Commissione Europea; Valerio Soldani, task force e-commerce di Ice – Agenzia Italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane; Mario Bagliani, tra i fondatori di Netcomm (il consorzio nazionale che riunisce i principali operatori del settore); Marian Montesinos, Camera di commercio di Valencia; Roberto Valente, Unioncamere Lombardia.
Per la Regione Emilia-Romagna il workshop ha rappresentato un confronto aperto su come meglio supportare le pmi regionali nell’agganciare il potenziale di crescita dell’e-commerce: le indicazioni emerse, insieme agli ulteriori approfondimenti in corso, contribuiranno alla definizione di un Piano di Azione Locale che Ervet e Regione stanno elaborando assieme ai principali attori regionali che formano il gruppo degli stakeholder del progetto europeo Compete In (Aster, Confindustria Emilia-Romagna, Cna Emilia-Romagna, Confartigianato Imprese Emilia-Romagna, Legacoop Emilia-Romagna, Confcooperative Emilia-Romagna, Tavolo Regionale Imprenditoria, Unioncamere Emilia-Romagna).
Il potenziale di crescita dell’e-commerce è esponenziale e rappresenta una ulteriore opportunità di internazionalizzazione per le piccole e medie imprese se supportate nei necessari investimenti nel marketing digitale, nella formazione delle risorse umane, nella configurazione di modelli operativi di collaborazione con i “marketplaces”, le diverse piattaforme dove si realizza la gran parte delle transazioni. E-commerce è infatti anche un formidabile driver di trasformazione dei processi aziendali e di cultura digitale.
Cina e Usa dominano il mercato, mentre molta è la strada da percorrere per il Made in Italy anche se il potenziale appare evidente. L’export digitale italiano rappresenta ancora una quota marginale dell’export complessivo, ed è trainato dai settori moda e agroalimentare: ancora poche le imprese che vendono online fatto probabilmente dovuto alla ridotta dimensione che caratterizza il sistema imprenditoriale.
Un altro dato interessante da tenere presente per le strategie di e-commerce è rappresentato dal fatto che sono i millennials (principalmente 28-35 anni) a dominare la popolazione di acquisto in riferimento anche ai beni di lusso. Inoltre, spostando il focus sulle iniziative già adottate e di quelle in corso di adozione da parte della Commissione Europea nel quadro della Strategia del Mercato Unico Digitale, è emerso come si stia lavorando sulla trasparenza e sull’armonizzazione del quadro normativo: dalle regole sui consumatori, alla semplificazione degli adempimenti Iva, all’iniziativa di armonizzazione dei costi di consegna applicati dagli operatori, alla recente entrata in vigore del regolamento che vieta il geo-blocking, ovvero quell’insieme di pratiche con cui i negozi online limitavano gli acquisti dei clienti che si collegavano da altri paesi dell’Unione Europea, applicando loro condizioni di vendita diverse o reindirizzandoli su altri siti registrati nei loro paesi di provenienza. Di estremo rilievo infine la proposta di regolamento che intende riequilibrare i rapporti tra piattaforme e imprese.