L’Emilia-Romagna entra nella Critical Chemicals Alliance europea

Approvata la candidatura della Regione all’iniziativa strategica per rafforzare la filiera chimica dell’Unione

La Commissione europea ha approvato la candidatura della Regione Emilia-Romagna alla Critical Chemicals Alliance, l’iniziativa della Commissione europea per rafforzare l'industria chimica nei Paesi dell'Unione a cui possono aderire Stati membri, autorità regionali e mondo dell’industria e della ricerca.

L’Emilia-Romagna parteciperà alla prima assemblea generale, convocata in Olanda per il 13 gennaio 2026, forte delle sue 546 imprese per 18.700 occupati, con poli industriali importanti come Ferrara e Ravenna che ospitano grandi aziende e una presenza capillare di circa il 9% delle aziende italiane. La regione ospita, soprattutto, grandi impianti di produzione di chimica di base, strategici per la filiera nazionale ed europea. Il territorio sta investendo nella transizione verde e nella bonifica dei siti per rilanciare il settore, puntando su innovazione e sostenibilità, supportata anche da università e centri di ricerca. Inoltre, i prodotti del settore hanno forti ricadute su numerose filiere produttive regionali e nazionali.

"L’impegno con l’Alleanza per chimica europea è un passo della strategia complessiva della Regione per rafforzare la tenuta di questo settore strategico nel nostro Paese e trasversale a tutti i comparti, dal biomedicale al tessile, fino all’auto e all’edilizia", commenta il vicepresidente con delega allo Sviluppo economico, green economy, energia, Vincenzo Colla. "Serve un progetto unitario, un grande accordo di programma, sugli investimenti di qualità necessari per governare la transizione verde. Per questo siamo disponibili a fare la nostra parte affinché gli investimenti diano prospettive per il futuro ai poli chimici emiliano-romagnoli a Ferrara e Ravenna. La capacità del settore di tenere il passo dell’innovazione tecnologica e di affrontare le nuove sfide è di grande importanza per la tenuta del sistema produttivo regionale".

L’Alleanza europea della Chimica, istituita dalla Commissione europea alla fine di ottobre, ha l’obiettivo di sostenere e rafforzare la competitività della produzione chimica in Europa, riconoscendone il ruolo strategico quale elemento portante della base manifatturiera europea. L’iniziativa mira inoltre ad affrontare le criticità legate alla crisi in atto che interessa l’intera filiera chimica europea.

L'Alleanza riunisce istituzioni nazionali e regionali, industria, investitori e ricercatori per identificare la produzione chimica critica, mappare le molecole chiave, coordinare gli investimenti e sostenere progetti strategici per garantire l'approvvigionamento di sostanze chimiche essenziali per l'economia dell'Unione europea. Affronterà inoltre questioni chiave, come possibili chiusure di siti, perdite di posti di lavoro e distorsioni commerciali sulle catene di approvvigionamento e i diritti di proprietà intellettuale, aiutando l'industria e la Commissione a individuare aumenti dannosi delle importazioni. Inoltre, contribuirà a sviluppare strumenti politici, tra cui un sostegno finanziario coordinato per mitigare tali rischi e sostenere gli investimenti nel settore.

Il quadro di intervento europeo vuole preservare e modernizzare le capacità produttive strategiche e le catene del valore, decarbonizzare il settore, ridurre le dipendenze e attrarre le competenze adeguate. Porrà particolare attenzione alle sfide delle piccole e medie imprese attraverso strumenti di orientamento e promuovendo la cooperazione. Assisterà gli Stati membri e le parti interessate nella mappatura delle molecole critiche, nell'ambito del Sistema di sorveglianza doganale.

L'industria chimica è il cuore dell'economia dell'Ue. Quarta industria manifatturiera per dimensioni, impiega direttamente più di 1,2 milioni di persone e fornisce oltre 19 milioni di posti di lavoro in altri settori in Europa. Contribuisce a oltre il 96% della produzione di beni, con prodotti indispensabili per numerose catene del valore e applicazioni strategiche, quali i settori farmaceutico, della difesa, delle tecnologie pulite e digitale. Oggi il settore è sottoposto a una crescente pressione competitiva. L'impennata dei prezzi dell'energia e delle materie prime, le tensioni geopolitiche, le pratiche commerciali sleali e la bassa domanda di mercato hanno eroso significativamente la competitività dei produttori con sede nell'Ue, portando alla chiusura o al ridimensionamento di diversi importanti siti produttivi.

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ultima modifica 2025-12-23T16:01:36+01:00
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