Expo 2025, ricerca e università chiudono la missione dell'Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna chiude la missione istituzionale a Expo Osaka 2025 con il segno più. Sono stati sette giorni di appuntamenti, presentazioni, eventi pubblici e incontri bilaterali che hanno permesso alla Regione di far conoscere al pubblico giapponese e internazionale un territorio in grado di coniugare tradizione e futuro, competenze e ricerca, cultura e qualità.
"Si conclude la missione della Regione Emilia-Romagna qui ad Osaka. Una settimana dentro al padiglione Italia con le eccellenze del nostro territorio, dalla Motor Valley, con Ferrari e Ducati esposte, a tutta l'offerta agroalimentare, turistica, di ricerca scientifica della nostra regione. E poi gli accordi molto importanti fra le nostre imprese direttamente con le imprese giapponesi, con i nostri centri di ricerca, le nostre università, dal Policlinico Sant'Orsola di Bologna all'Università di Modena e Reggio Emilia, fino alla conferma della prossima apertura dell'Università delle Nazioni Unite proprio in Emilia-Romagna sui temi dell'intelligenza artificiale. E ancora l’energia, con il convegno organizzato da Enea e anche tante altre relazioni internazionali", dichiara il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale che ha guidato la delegazione di cui hanno fatto parte anche il vicepresidente Vincenzo Colla, la sottosegretaria Manuela Rontini, il presidente dell’Assemblea legislativa Maurizio Fabbri e il vicepresidente Giancarlo Tagliaferri.
“Abbiamo visitato tanti padiglioni strategici: Cina, Francia, Germania, Canada, con un'attenzione importante ai temi della pace, sia nello stand della Palestina che in quello dell'Ucraina. L'Emilia-Romagna che promuove se stessa, ma che è anche motore di pace nel mondo” aggiunge de Pascale.
Nel corso della giornata gli investimenti sono stati al centro dell’incontro "Il Giappone racconta l’Italia ad Osaka attraverso i territori" organizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un incontro a cui hanno partecipato il vicepresidente della Regione Vincenzo Colla, il commissario generale per l'Italia Mario Vattani e il direttore Augusto Reggiani, in rappresentanza del Mimit.
"L'Expo di Osaka conferma la rete di relazioni economiche, culturali, accademiche che abbiamo in campo e apre nuove prospettive che possono sfociare nell'attrazione di nuovi investimenti in Emilia-Romagna", aggiunge Colla. "Abbiamo già relazioni consolidate con grandi Gruppi che ci permettono di avere una rete per l'export in un grande paese come il Giappone che diventa anche piattaforma commerciale per tutta l'area asiatica. Parallelamente abbiamo diversi accordi con le università, sia a Osaka che a Tokyo, e abbiamo relazioni culturali con il sistema tramite l'ambasciata e le strutture italiane a Tokyo. Insieme al consolidamento, la missione a Osaka per noi deve essere un punto di partenza, non di arrivo. Queste relazioni vanno ora portate a conoscenza di tutto l'ecosistema di innovazione, di ricerca, di alta formazione e al sistema delle associazioni imprenditoriali e sindacali della nostra regione, al fine di far conoscere a tutto il nostro ecosistema le opportunità di crescita e sviluppo nell'area asiatica. Per questo, al rientro in Italia prevediamo di fare una relazione a tutti i firmatari del nostro Patto per il Lavoro per il Clima sull'andamento della settimana dell'Emilia-Romagna in Giappone che, peraltro, ha registrato un grande successo sia di presenza nel Padiglione Italia sia di partecipazione agli eventi da parte di delegazioni estere", ha concluso Colla prima di visitare i padiglioni di Spagna, India, Vietnam e Corea del Sud.
Dopo l’incontro con i ricercatori delle Università emiliano-romagnole, per la prima volta protagonisti in una missione istituzionale della Regione, la sostenibilità e la transizione ecologica sono stati i temi al centro della presentazione del progetto Pentrer - Public Engagement per la Transizione Ecologica dell’Emilia-Romagna, coordinato dall’Università di Ferrara insieme alle Università di Bologna, Modena-Reggio Emilia e Parma e finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca, per favorire la partecipazione a Expo, con l’obiettivo di promuovere la transizione ecologica attraverso la ricerca e la partecipazione attiva dei cittadini.
Ognuno dei quattro Atenei, negli spazi dell’Auditorium, ha svolto attività che prevedevano l’interazione con i visitatori, ad iniziare dall’Università di Ferrara che ha realizzato, attraverso un proiettore olografico, una serie di presentazioni sui temi della sostenibilità. L’Università di Modena e Reggio Emilia ha puntato a sua volta su schermi interattivi con giochi sui temi della sostenibilità negli ambiti dell’agroalimentare e dell’ambiente. L’Università di Parma ha trattato il tema del packaging sostenibile con la produzione di oggetti e prodotti per il packaging mediante stampante 3D, proponendo nuove forme di imballaggio attivo e biodegradabile, al fine di migliorare la conservazione, la sicurezza e la qualità. L’Università di Bologna ha proiettato due video con una sfida tra studenti sui temi relativi alla transizione ecologica, utilizzando immagini reali, disegni, manga, reels e una serie di grafiche multilingue. Su questi temi, inoltre, ha organizzato una serie di confronti tra classi di studenti di scuole superiori di Osaka e giovani ricercatori dell’università di Bologna in videocollegamento.
Il progetto Pentrer, che a Osaka ha avuto la ribalta internazionale, è un ulteriore elemento che si va ad aggiungere alla corposa rete di relazioni tra Università della Regione Emilia-Romagna e Università del Giappone. Attualmente sono in corso ventuno collaborazioni tra i due sistemi universitari, tra accordi bilaterali o multilaterali, di cui diciassette con l’Università di Bologna, due con l’Università di Modena e Reggio Emilia, altrettanti con l’Università di Ferrara e una con l’Università di Parma. Si tratta di progetti orientati a favorire la mobilità internazionale degli studenti attraverso progetti che riguardano gran parte delle aree didattiche, da quelle scientifiche a quelle umanistiche.
Le università giapponesi in relazione con quelle dell ’Emilia-Romagna sono la Waseda University, Kobe University, Osaka City University, Yamagata University, Fujita Health University, NagoyaInstitute of technology, Ritsumeikan University, Tokyo University of Foreign Studies, Doshisha University, Toyo University, Kansai Gaidai University, Gakushuin University, Tokyo Institute of Technology, Aoyama Gakuin University, KyotoUniversity OF Foreign Studies e Soka University.
Si avvia quindi alla conclusione una settimana durante la quale l’Emilia-Romagna ha messo in vetrina settori chiave come la Food Valley, forte di 44 prodotti DOP e IGP, e la Motor Valley, riconosciuta a livello planetario come esempio per l'innovazione nel settore automotive. L’incremento nel 2024 del 2,7% dell’export regionale verso il Giappone indica possibilità di crescita futura, pur con l’attenzione dovuta agli esiti delle politiche dei dazi. Oltre all’economia tradizionale, la missione ha evidenziato l’intero ecosistema dell’Emilia-Romagna, includendo il turismo, la cultura, le tecnologie avanzate e l'importante ruolo del Terzo Settore. Un elemento cruciale per il futuro è l'impegno a sviluppare nuove partnership strategiche, in particolare tra università, centri di ricerca, Cluster, Tecnopoli e imprese, nei settori ad alta tecnologia e sostenibilità. Analogamente, la presenza di strutture come Muner e FoodER, che uniscono atenei e aziende, ha permesso all’Emilia-Romagna di offrire opportunità di collaborazione scientifica e di sviluppo con le istituzioni giapponesi, aprendo la strada a una collaborazione più profonda e strutturata tra i due territori.
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