Direttiva accise tabacchi, allarme per la revisione dell’Ue
Nuova riunione in Regione del Tavolo permanente dell’Emilia-Romagna per il comparto tabacco dopo l’accelerazione dell’Unione Europea sulla possibile revisione della ‘Direttiva accise Tabacchi’. Dall’Emilia-Romagna arriva la richiesta urgente di un intervento del Governo su Bruxelles per scongiurare la presentazione di questa proposta che desta forte preoccupazione per le possibili pesanti ricadute sulla filiera italiana dei prodotti innovativi del settore tabacco, eccellenza del Made in Italy.
Al Tavolo permanente, costituitosi in viale Aldo Moro la scorsa settimana per iniziativa del vicepresidente della Regione con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, e dell’assessore al Lavoro Giovanni Paglia, sono coinvolti anche gli uffici della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles, le organizzazioni sindacali, Confindustria Emilia Area Centro, Philip Morris Italia e Città metropolitana di Bologna.
Per ora è stato deciso di inviare una nota ai dicasteri dell’Economia e delle finanze, del Lavoro, delle imprese e del Made in Italy, degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nonché al Dipartimento per gli Affari Europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In particolare, il Tavolo “denuncia con forza l’accelerazione, nel grave momento che i comparti agricoli e industriali italiani ed europei stanno già vivendo, della proposta di revisione della Direttiva 2011/64/UE sulle accise sui tabacchi, attesa già a metà luglio 2025”.
“Il fortissimo aumento della tassazione sui prodotti italiani in tutta l’Unione Europea, arriverebbe a punte del +250% in alcuni Paesi, con aumenti dei prezzi ai consumatori fino al +40%, danneggiando quindi non solo il nostro mercato domestico, ma anche l’importante export di queste produzioni innovative nazionali, con possibili forti ripercussioni sui livelli produttivi e occupazionali, nonché sugli investimenti nel nostro Paese e nella regione”.
“Qualora questa proposta della Commissione dovesse essere presentata metterebbe a repentaglio un intero comparto strategico sia dal punto di vista economico che occupazionale nel Paese”, si legge in conclusione nella nota.