Materiali aereospaziali con stampanti 3D: a Parma la prima filiera italiana dell'additive manufacturing

L'Emilia-Romagna si conferma ai vertici nella ricerca specializzata e dell'innovazione tecnologica

Con un innovativo progetto per realizzare materiali aereospaziali con stampanti 3D, la Beamit di Fornovo Taro, in provincia di Parma, guida un investimento di 8,5 milioni di euro realizzato con altri partner. Nasce così in Emilia-Romagna la prima filiera italiana dell'additive manufacturing.

Il progetto di ricerca e sviluppo, che mira a individuare materiali ad alta efficienza che consentano la realizzazione di camere di combustione attraverso stampanti 3D è opera della Fiam - Filiera Italiana per l’additive manufacturing, di cui l’azienda emiliano-romagnola Beamit Spa, partner strategico di Asi - Agenzia spaziale italiana, è capofila. La Beamit è specializzata in stampa 3D di materiali polimerici, ma realizza soprattutto componenti di particolare complessità in metallo o leghe metalliche. Insieme a Fiam fanno parte della cordata tre partner di Roma come la Fondazione E. Amaldi, Avio spa del Gruppo Space Holding srl, Rina Consulting Centro sviluppo materiali spa e Mimete Srl Fomas Group di Milano.
Il costo complessivo dell’investimento sul progetto è di oltre 8,4 milioni di euro, di cui 2,2 di contributo pubblico attraverso un Accordo di innovazione tra Ministero dello Sviluppo economico, Regioni Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia e soggetti privati. Il contributo dell'Emilia-Romagna ammonta a 85mila euro: la Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, ha approvato la delibera per sottoscrivere l’Accordo di innovazione.

Il progetto

Il programma di Fiam punta a sviluppare un materiale di base con specifiche proprietà e caratteristiche, che consentirà di raggiungere molteplici risultati strettamente correlati a un miglioramento dei processi produttivi, un innalzamento qualitativo dei prodotti realizzati e un posizionamento di assoluto rilievo nel mercato di riferimento, con particolare riferimento al settore aerospaziale.

Additive manufacturing

Il processo di fabbricazione chiamato additive manufacturing, basato su stampanti 3D, consente la realizzazione di oggetti fondendo e solidificando strati successivi di polveri metalliche in alcune zone specifiche, determinate da un computer (Cad). L'additive manufacturing rientra nell’ambito della più ampia tendenza alla digitalizzazione della manifattura, ormai da tempo consolidata nei centri di lavoro e negli apparati di “taglio laser’’, il tutto gestito tramite programmi (Cam) che attuano il dialogo tra computer e macchine. L’ambito di applicazione è proprio la realizzazione di camere di combustione mediante stampa 3D, per ottenere un dispositivo più leggero e a costi ridotti, da utilizzare nei motori per applicazioni spaziali.

Il commento

"L’Emilia-Romagna si conferma ai vertici nella ricerca specializzata e dell’innovazione tecnologica - ha dichiarato l’assessore regionale Vincenzo Colla -. Con il programma Fiam puntiamo a consolidare la presenza delle nostre eccellenze anche nella filiera aerospaziale italiana, un settore con un potenziale enorme di sviluppo nei prossimi anni e dalle ricadute importanti in diversi ambiti. Le stampanti 3D rappresentano già oggi una realtà fondamentale nei processi produttivi e sosteniamo un loro ulteriore sviluppo, nell’ambito di una digitalizzazione diffusa, certi che saprà creare nuove importanti opportunità per l’occupazione di qualità in questa regione".

Delibera di approvazione dell'Accordo di innovazione

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ultima modifica 2022-09-09T10:07:09+02:00
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