Crisi Saga Coffee: c'è un piano industriale
Un dettagliato piano industriale per proporre un futuro alla Saga Coffee, a Gaggio Montano nel bolognese, in grado di garantire la continuità produttiva e occupazionale.
È ciò che i gruppi industriali Triulzi e Minifaber hanno portato al tavolo dell’incontro convocato dalla Regione Emilia-Romagna a Bologna.
“Si è avviato - ha commentato in chiusura di incontro l’assessore regionale a lavoro e sviluppo, Vincenzo Colla - un percorso nuovo che, per arrivare alla propria definizione, richiede ancora diversi sforzi e la responsabilità di tutti i soggetti interessati. È stata una riunione importante dove gli investitori hanno presentato un serio piano industriale, un progetto economico finanziario importante e innovativo, che vuole portare a Gaggio Montano investimenti consistenti che, partendo dalla loro esperienza manufatturiera, guardano e investono nella filiera dell’economia circolare, creando un centro di competenze e lavoro”.
Così l’assessore sintetizza il summit tra le istituzioni, i gruppi degli imprenditori Triulzi e Melocchi, interessati a rilevare stabilimento e attività di Saga Coffee, il rappresentante di Confindustria Emilia, dei sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e dei rappresentanti dei lavoratori.
Investimenti per 25 milioni di euro
“Nel progetto - ha aggiunto l’assessore Colla - si confermano alcuni fattori importanti come la certezza che il sito produttivo resta a Gaggio Montano, un piano industriale che prevede 25 milioni di investimenti in ricerca sui prodotti, prototipazione e macchinari di processo. Inoltre, viene previsto un forte investimento nella formazione per la forza lavoro. Come istituzioni abbiamo comunque rimarcato l’importanza di una soluzione che dia una risposta a tutte le lavoratrici e i lavoratori”.
“Ho chiesto - prosegue Colla - che entro la metà di febbraio si svolga un nuovo incontro con un’ipotesi di accordo complessivo. La Regione conferma di voler sostenere questa operazione di reindustrializzazione e sviluppo con tutti gli strumenti a propria disposizione: dalla legge sull’attrattività ai fondi europei per la formazione e per progetti di innovazione, ricerca e sviluppo”.
“Inoltre, a breve, presenteremo il progetto al Ministero dello Sviluppo economico affinché - ha concluso l’assessore regionale- si crei un terreno favorevole all’ingresso di Invitalia nel capitale della costituenda società che vuole rilevare lo stabilimento. E comunque, vista la complessità dell’operazione è assolutamente necessario anche un sostegno, nella fase di transizione, da parte del Gruppo Evoca, a iniziare da una proroga degli ammortizzatori sociali, per favorire la continuità aziendale in essere e accelerare il processo di acquisizione e tempi di sviluppo del nuovo piano industriale che si snoda da quest’anno fino al 2026”.
E proprio sul tema degli ammortizzatori sociali, anche alla luce della scadenza della cassa integrazione il prossimo 31 gennaio, le organizzazioni sindacali ed Evoca, al termine della riunione, hanno fissato un incontro che si svolgerà nei prossimi giorni a Bologna, nella sede di Confindustria Emilia.
Inoltre, i sindacati hanno avuto la disponibilità dei potenziali acquirenti a incontrarsi per un primo confronto sul piano industriale e le ricadute occupazionali.