Il mercato del turismo accessibile
Il livello di accessibilità delle destinazioni turistiche è sinonimo di un’accoglienza di qualità e riguarda tutte le persone, a prescindere dalla loro condizione fisica.
I clienti con disabilità e le loro famiglie rappresentano numeri significativi per il mercato e un’opportunità di crescita e sviluppo importante per le aziende del settore turistico. In Italia vivono infatti oltre 3 milioni di persone con disabilità, in Europa 100 milioni e nel mondo il 15% della popolazione evidenzia bisogni specifici legati all’accessibilità dei luoghi e dei servizi. Il turismo accessibile non è dunque rappresentato da una nicchia di mercato, come solitamente si pensa, bensì interessa milioni di persone, che desiderano vivere una vita attiva e soddisfacente.
Oltre alle persone con disabilità in senso stretto, occorre inoltre considerare anche il segmento, in costante crescita, costituito dalle persone anziane (c.d. silver age), che sovente hanno delle esigenze specifiche legate all’avanzare dell’età. Questo tipo di turista ha peraltro solitamente una buona disponibilità economica e dispone di più tempo libero per viaggiare, anche in bassa stagione, elemento particolarmente interessante in un’ottica di destagionalizzazione.
Inoltre ognuno, nel corso della vita, può avere necessità di attenzioni particolari, magari anche soltanto in determinate circostanze (gravidanza, bambini piccoli, impedimenti motori temporanei, esigenze alimentari, etc).
Per adattare la propria offerta, contrariamente a quanto solitamente si crede, non è sempre necessario ricorrere a grandi investimenti. Basta adottare il criterio della progettazione universale (universal design), ossia adottare un approccio, in fase di progettazione e/o di implementazione, quanto più inclusivo possibile, che possa quindi adattarsi al tempo stesso ad una molteplicità di esigenze diverse. Senza creare offerte compartimentate e “riservate” ad una sola tipologia di cliente.
Le recenti ricerche di Unioncamere ER evidenziano come le camere ristrutturate nell’ottica della progettazione universale mostrino un tasso medio di occupazione annuale più alto nonché una permanenza media degli ospiti più elevata, tanto da permettere il recupero delle spese di ristrutturazione in due soli anni di esercizio.
In sintesi, aderire al progetto e allargare la visione in questo senso non significa soltanto agire in maniera etica, ma anche assicurarsi un vantaggio competitivo e aprirsi a nuovi mercati in crescita.
- È possibile scaricare alcune slide che sintetizzano lo studio di Unioncamere ER (2 MB).