Credito d'imposta per la ricerca stilistica
Anche gli investimenti in ricerca e sviluppo del settore moda possono contare su uno strumento incentivante come il credito d’imposta, sulla base di un parere pubblicato dal Ministero dello sviluppo economico alla fine del 2017. Il chiarimento è stato frutto di un’azione congiunta tra le associazioni, nazionali e regionali, di Cna, Confartigianato e Confindustria supportate dalla Regione Emilia-Romagna.
Il sistema moda rappresenta un settore estremamente complesso e coinvolto da sempre in una forte competizione internazionale. Gli investimenti legati all’ideazione e alla realizzazione di campionari per le nuove collezioni rappresentano una condizione fondamentale per partecipare da protagonisti a questa competizione.
Il chiarimento si era reso necessario a seguito di incertezze emerse riguardanti la corretta interpretazione della norma in materia (Decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145), che escludeva espressamente dalle attività ammissibili “le modifiche ordinarie o periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso anche quando tali modifiche rappresentino miglioramenti”. Il Mise ha, quindi, chiarito come nei settori in questione possano considerarsi rilevanti, quali attività di ricerca industriale e sviluppo pre-competitivo, l’insieme dei lavori organizzati dall’impresa ai fini dell’elaborazione e della creazione di nuove collezioni di prodotti. Più in particolare, è nelle fasi della ricerca e ideazione estetica e nella conseguente realizzazione dei prototipi dei nuovi prodotti che può astrattamente individuarsi “quel segmento di attività diretta alla realizzazione del prodotto nuovo o migliorato, al quale collegare l’agevolazione che premia lo sforzo innovativo dell’imprenditore”.