I risultati del percorso di confronto con i distretti di Carpi e San Mauro Pascoli per la fashion valley

 

Realizzato da ART-ER S.Cons.p.a. in collaborazione con CNA Emilia Romagna, il Clust-ER CREATE, Carpi Fashion System e Cercal tra ottobre e novembre 2019, il progetto “Sostenibilità nel fashion” è un’analisi di scenario per la creazione di valore nella filiera della moda attraverso la sostenibilità. Un percorso che si è concretizzato in una serie di incontri interattivi con imprenditori e manager di imprese dei distretti di Carpi (tessile) e di San Mauro Pascoli (tessile e calzaturiero) e che ha portato alla stesura di un report, curato dalla società di ricerca e consulenza Blumine srl.

“Sostenibilità nel fashion” ha coinvolto 24 partecipanti in rappresentanza di 22 imprese (10 tessili, 8 aziende  calzaturiere e produttrici di componenti per il comparto, 3 laboratori di analisi, 1 produttore di packaging) e si è articolato in momenti di formazione e workshop.

I risultati

Il sentiment delle imprese.

Al di là della diffusa preoccupazione nei confronti di un futuro reso complesso da dinamiche globali ed incertezze economiche, a penalizzare le imprese sono fattori imputabili alle relazioni con la committenza e l’affermarsi di modelli produttivi basati su lotti sempre più ridotti e personalizzati e su un time to market sempre più compresso. Una dinamica che grava soprattutto su terzisti e PMI, mentre gli sforzi di innovazione e sostenibilità promossi dalle imprese non sono riconosciuti adeguatamente dai brand.

 La sostenibilità premia?

Tra le innovazioni principali, quelle che in futuro premieranno maggiormente le imprese, riguardano proprio la sostenibilità. Il 60% delle imprese intervistate ritiene infatti che oggi le iniziative adottate per rendere più green prodotti e processi, non siano adeguatamente comprese dal mercato ma quasi all’unanimità ritengono  che nei prossimi anni saranno un fattore di competitività irrinunciabile. Attualmente, la priorità è data al tema della sicurezza chimica dei prodotti e dei processi (fortemente sollecitata da capitolati e sistemi di certificazione) e alla riduzione degli sprechi e dei consumi.

Che caratteristiche deve quindi avere un prodotto per essere definito sostenibile?

Non deve contenere sostanze chimiche critiche, i suoi processi devono essere ‘tracciati e trasparenti’ e deve avere valore etico, essere cioè il frutto di una filiera responsabile e attenta al valore del lavoro e della professionalità.

Rendere più sostenibili l’azienda e i prodotti che realizza è un impegno rilevante in larga misura seguito direttamente dall’imprenditore (in oltre il 70% delle imprese) per quanto sia ormai diffuso il coinvolgimento di esperti esterni (laboratori di ricerca, università, singoli consulenti). Certo pesa la mancanza di competenze professionali in grado di gestire programmi di sostenibilità d’impresa, carenza a cui le imprese rispondono spesso attivando proprie iniziative formative.

 Il supporto delle istituzioni

Le imprese hanno giudicato positivamente l’impegno della Regione Emilia Romagna che in questi anni  ha messo in campo molteplici iniziative a sostegno delle imprese del comparto della moda. In particolare sono ritenute efficaci tutte le azioni messe in campo per favorire il flusso di informazioni e la realizzazione di sinergie tra imprese anche di filiere diverse e quelle che, si legge nel rapporto, “rilancino il distretto inteso come rete di imprese territoriali caratterizzate da contenuti fortemente identitari (il prodotto, la qualità, la tracciabilità della filiera, la cultura locale del lavoro) che le strategie per la sostenibilità rafforzano con nuovi argomenti e linguaggi’.

Le imprese e il territorio

Il report si colloca nell’ambito delle attività della Fashion Valley è un’iniziativa avviata dalla Regione Emilia Romagna nel 2017 con l’obiettivo di valorizzare un moderno distretto del Fashion emiliano-romagnolo, una rete tra marchi e subfornitura, che si distribuisce da Piacenza a Rimini e che identifica il prodotto fashion regionale restituendo la storia della manifattura regionale.

 

L’Assessorato alle Attività Produttive ha promosso in questi tre anni una serie di attività orientate a individuare i trend innovativi e le traiettorie produttive del comparto. L’industria della moda è una realtà storicamente consolidata nei distretti emiliano-romagnoli e da sempre dotata da intraprendenza e capacità progettuale. Essere presenti e competitivi nei mercati globali richiede oggi maggior capacità di operare sinergicamente e di investire in innovazione sostenibile. Per supportare le aziende in questo processo è però importante comprenderne le esigenze e le aspettative.

 

Il rapporto

Il rapporto completo è scaricabile qui.