Ferrari coronavirus, via alla produzione di valvole per respiratori

Il Cavallino avvia la riconversione di maschere subacque in dispositivi che sono necessari alle terapie intensive degli ospedali. L'annuncio di John Elkann

I respiratori con il cavallino Ferrari

I respiratori con il cavallino Ferrari

Maranello, 17 aprile 2020 - In attesa di riprendere a produrre bolidi che fanno sognare, la Ferrari sta impiegando queste giornate di emergenza per iniziative a sostegno dell’assistenza sanitaria. Nello specifico lo stabilimento di Maranello sta partecipando con una decina di operai alla conversione di maschere subacquee in respiratori polmonari necessari nelle terapie intensive degli ospedali. Ad annunciarlo è stato ieri pomeriggio il presidente John Elkann collegato da Amsterdam in occasione dell’assemblea annuale degli azionisti.

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«I dispositivi questa settimana vengono consegnati agli ospedali di tutto il Paese". La produzione di questi componenti termoplastici si avvale della tecnologia di manifattura additiva all’interno del reparto dove abitualmente si costruiscono i prototipi delle vetture. "Alcune valvole – spiegano dall’azienda di Maranello – sono state sviluppate dalla Mares, azienda produttrice di attrezzatura subacquea, su misura delle loro maschere". Sono in realizzazione anche raccordi destinati a Solid Energy, che li impiega per trasformare le maschere da snorkeling Decathlon in ausili a protezione del personale sanitario esposto al contagio. Nei prossimi giorni Ferrari conta di realizzare diverse centinaia di dispositivi "che hanno già iniziato e continueranno a essere distribuiti da alcune aziende coinvolte, con il coordinamento della Protezione civile, a diversi ospedali italiani fra cui quelli di Bergamo, Genova, Modena e Sassuolo, oltre che agli operatori sanitari della città di Medicina".

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Sempre nel corso dell’assemblea degli azionisti il presidente Elkann ha ringraziato "per la loro generosità i membri del Consiglio di amministrazione Ferrari, Louis e tutto il Senior management team che, insieme a me in qualità di presidente, hanno rinunciato, in parte o interamente, al loro compenso per il resto di quest’anno al fine di fornire gli aiuti necessari a Modena, Maranello e alle zone limitrofe. Tra cui la fornitura di beni di prima necessità, di computer e lavagne digitali alle scuole primarie e secondarie per aiutare a garantire la continuità dell’istruzione sia durante che dopo la crisi, e la creazione di importanti fondi per molti ospedali locali della nostra zona". Solidarietà dunque, ma anche riflessioni sulla prossima riapertura degli stabilimenti. Il Ceo di Maranello Louis Camilleri a questo proposito ha sottolineato come "nessuno sa precisamente quando accadrà, ma come dice Shakespeare nell’Amleto, ‘Se non succederà adesso, verrà pure il momento in cui dovrà succedere’. Essere pronti è tutto. State sicuri che Ferrari è pronta".  

Intanto proseguono i test sierologici nello stabilimento di Maranello inclusi nel progetto ‘Back on track’ (Ritorno in pista) messo a punto dal Cavallino in collaborazione con scienziati, sindacati e Regione. Al momento sono circa 350 i dipendenti (su un totale di 4mila) che si sono sottoposti all’esame del sangue (soprattutto personale addetto alla sicurezza, manutenzione impianti, vigilanza e alcuni operai che stanno lavorando sui respiratori) che serve per scoprire in poche ore se si è affetti da coronavirus o se si è sviluppato anticorpi perché magari si è superata la malattia in modo asintomatico.